Un gruppo di ricerca dell’ospedale universitario di Berna ha confrontato i risultati, in termini di sopravvivenza, tra i diversi metodi di rivascolarizzazione esistenti e la terapia medica. I dati utilizzati, raccolti in database tra il 1980 ed il 2013, hanno riguardato circa 100.000 pazienti, tutti affetti da malattia coronarica stabile.
Mentre già si conoscevano i risultati positivi, in termini di sopravvivenza, a seguito di bypass aortocoronarico rispetto alla terapia medica, mancavano evidenze riguardanti l’intervento coronarico percutaneo. Lo studio prova che entrambe le tecniche sono associate a vantaggi in termini di sopravvivenza se comparate con una strategia di trattamento medico iniziale. Anche il rischio di infarto e di ulteriore rivascolarizzazione si riduce con la tecnica del bypass laddove gli interventi coronarici percutanei che utilizzano stent riducono l’esigenza di un'ulteriore rivascolarizzazione in modo variabile. Lo studio, in particolare, prova i miglioramenti in termini di sopravvivenza collegati all’utilizzo degli stent coronarici a rilascio di farmaco di ultima generazione, ma non degli altri interventi percutanei coronarici, se confrontati con il trattamento medico.