Uno studio riporta infatti che i sopravvissuti ad un attacco cardiaco che hanno amici, parenti o persone amate sulla cui spalla poter piangere, dimezzano il loro rischio di soffrire di un ulteriore attacco.
Lo studio, pubblicato recentemente nel British Medical Association's journal Heart, ha esaminato circa 600 pazienti per un anno dopo il loro attacco cardiaco, e ha concluso che i pazienti con stretti confidenti avevano la metà di rischio di un ulteriore attacco cardiaco, rispetto a chi non ne aveva e che i risultati rimanevano invariati anche considerando un'ulteriore serie di fattori di rischio.
Coloro che non avevano stretti legami affettivi erano portati a bere di più, fumare e usare droghe illecite. Tuttavia, secondo lo studio, questi fattori da soli non spiegavano l'aumentato rischio di ulteriori attacchi nell'anno.
Gli scienziati non si spiegano perchè l'avere un confidente aiuti ad allontanare un secondo rischio di attacco, ma una possibilità potrebbe essere il fatto che essi aiutano a sottoporsi più prematuramente ad un trattamento e a perseverare.
Enrico Sironi
Fonte: Heartcenteronline