I fluoruri nell'acqua possono ridurre il rischio di attacchi di cuore.
Da uno studio effettuato da ricercatori finlandesi, effettuato nel loro paese, sembra infatti che più alta è la concentrazione di minerali, altrimenti conosciuta come durezza dell'acqua, più basso è il rischio di attacchi e malattie di cuore.
Sebbene gli studi non possano definire esattamente quali minerali siano responsabili per questi effetti, i ricercatori puntualizzano che, mentre alti livelli di fluoruro avevano un effetto protettivo, elevati livelli di ferro o rame nell'acqua avevano l'effetto opposto.
L'acqua dura aiuta il cuore.
Per anni i ricercatori si sono domandati il perchè di inspiegabili differenze nella frequenza delle malattie cardiache nelle diverse parti del loro paese. Per esempio, per gli ultimi 50 anni la frequenza di malattie cardiache nella parte orientale del paese era del 40% più alta che nelle altre regioni.
In questo studio, pubblicato nell'edizione di Gennaio del Journal of Epidemiology and Community Health, i ricercatori hanno analizzato la durezza dell'acqua in diverse regioni della Finlandia come pure le cardiopatie e i relativi casi mortali in circa 19000 uomini.
I ricercatori hanno riscontrato che ogni aumento elementare della durezza dell'acqua era legato ad una diminuzione dell'1% del rischio di attacchi di cuore.
Più specificatamente, ogni aumento di fluoruro nell'acqua potabile domestica era associato ad una riduzione del 3% del rischio di attacchi di cuore. Al contrario, l'aumento di rame e ferro corrispondeva rispettivamente ad un rischio aumentato del 4% e 10%.
I ricercatori affermano che la durezza dell'acqua non può essere presa in considerazione per i livelli di attacco cardiaco di tutte le differenti località in quanto altri fattori quali lo stile di vita la predisposizione genetica e l'ambiente stesso hanno un loro ruolo.
Tuttavia alcune tracce di elementi minerali possono essere più prontamente assorbite tramite l'acqua piuttosto che dai cibi e avere un impatto sullo sviluppo di alcune malattie croniche, quali le malattie cardiache.
Enrico Sironi
Fonte: WebMd