Roma - Limitare l'uso di cibi precotti e di bevande alcoliche, mangiare 400 grammi di frutta e verdura ogni giorno, sostituire i condimenti con l'olio di oliva, non consumare mai i pasti in modo frettoloso, fare almeno trenta minuti al giorno di moderata attività fisica. Le regole per restare in salute dovrebbero ormai essere note a tutti, eppure sono in pochi coloro che le rispettano. Soprattutto, ancora in pochi sanno che il mangiare sano può aiutare a prevenire non solo l'obesità ma anche malattie cardiovascolari, disturbi neurodegenerativi, diabete, cancro, osteoporosi. Nei bambini così come negli adulti. Attualmente in Europa i problemi di salute - oltre che i costi sociali - legati alla cattiva alimentazione superano quelli causati dal fumo e provocano un tasso di mortalità e disabilità di cento volte superiore rispetto a quello delle intossicazioni alimentari. Non solo: l'obesità è diventata in tutto il mondo occidentale una vera e propria epidemia, con una preoccupante incidenza tra i bambini. Lo dicono le statistiche e lo dimostrano le più recenti ricerche scientifiche. Proprio del legame tra salute e nutrizione, di politiche alimentari europee e sicurezza dei cibi si parlerà alla nona
Conferenza Europea sulla Nutrizione che si svolgerà dal 1 al 4 ottobre 2003 a Roma, negli edifici della Fao. L'evento - cui parteciperanno 1.500 delegati tra i maggiori esperti internazionali di nutrizione umana e i più importanti esponenti del mondo accademico europeo - è promosso ogni quattro anni dalla Federazione delle Società di Nutrizione Europee (Fens), che affida l'organizzazione a una delle società affiliate. Quest'anno tocca alla
Società Italiana di Nutrizione Umana (Sinu), associazione scientifica senza scopo di lucro che dal 1963 riunisce i maggiori esperti italiani di nutrizione e che ha il merito di aver elaborato e di aggiornare periodicamente i Livelli di Assunzione Raccomandati di Nutrienti per la popolazione italiana (Larn). Il ruolo della nutrizione nella prevenzione delle malattie croniche è stato oggetto di numerosi studi scientifici, da ultimo il rapporto Dieta, nutrizione e prevenzione delle malattie croniche
dell'Organizzazione Mondiale della Sanità . I dati dimostrano che l'inattività fisica e l'eccesso di calorie quotidiane aumentano il rischio di sviluppare obesità e patologie gravi: per questo nei Paesi industrializzati i governi nazionali, gli enti locali e l'opinione pubblica in generale concentrano sempre più la loro attenzione sul tema della corretta alimentazione. E se da un lato tra i consumatori è aumentata la consapevolezza del cibo e dell'attività fisica come fattori di promozione della salute, dall'altro le statistiche non sono incoraggianti. Secondo la
Relazione sullo stato sanitario dell'Italia 2001-2002, il numero degli obesi è in netta crescita: attualmente sono 4 milioni, ben il 25 per cento in più rispetto al 1994. Non solo: solo il 21 per cento della popolazione adulta pratica sport una volta alla settimana o più e un bambino su cinque non fa alcuna attività fisica. La Conferenza Europea sulla Nutrizione intende proprio sottolineare il ruolo dei fattori nutrizionali nella genesi delle malattie croniche e l'importanza di politiche europee mirate a promuovere uno stile di vita salutare e un regime alimentare corretto. Durante i quattro giorni di sessioni plenarie, simposi e sessioni speciali si discuteranno la nutrizione nei bambini, negli adolescenti e negli anziani, l'allattamento al seno, gli alimenti funzionali, le nuove tecniche di produzione e conservazione del settore agro-alimentare, gli organismi geneticamente modificati, l'attività fisica e gli stili di vita salutari. Si parlerà inoltre delle politiche europee per la ricerca in nutrizione, per la formazione dei nutrizionisti e per la promozione della corretta alimentazione. Una delle sessioni plenarie sarà dedicata in modo specifico al Nutrition Action Plan for Europe messo a punto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità . La Conferenza sarà infine l'occasione per presentare i risultati di alcuni dei più importanti studi realizzati nell'ambito dei programma europeo Nutrizione e salute con il finanziamento della
Commissione Europea.