L’ innovazione riduce drasticamente i tempi del soccorso e gli errori dei soccorritori
Alec Momont, laureato olandese della Technology University di Delft, ha progettato un mini aeroplano con navigazione autonoma che può portare velocemente un defibrillatore ovunque sia necessario.
Il drone può raggiungere il luogo in cui è avvenuto l’infarto tracciando il segnale telefonico del soccorritore e seguendo le coordinate GPS. Una volta arrivato sul posto, la centrale operativa può guidare le manovre del soccorritore grazie alla webcam ed al canale audio del drone, aumentando dal 20% al 90% le probabilità che una persona senza formazione utilizzi con successo il defibrillatore. L’amplificatore audio permette anche di ridurre il panico creato dall’emergenza.
Il risultato più importante che il drone promette di raggiungere riguarda il tempo del soccorso. In media, in Europa, il soccorso per l'infarto arriva in circa 10 minuti dall’evento laddove la morte celebrale e il decesso giungono tra i 4 ed i 6 minuti. Il drone, volando a 100 chilometri orari, nell’arco di una distanza di 12 km2 può portare un defibrillatore sul luogo dell’infarto in un solo minuto, facendo aumentare le probabilità di sopravvivenza dell’infartuato dall’8% all’80%.
Alec Momont dichiara che in 5 anni il sistema di emergenza olandese potrà essere implementato con il supporto dei droni. Permangono, tuttavia, diversi ostacoli, tra i quali l’aggiornamento della legge olandese la quale non ammette l’utilizzo di droni che possano volare in modo autonomo. Insieme con l’augurio che le imperfezioni tecniche vengano risolte nel breve periodo, si auspica che anche le corrispondenti norme Italiane vengano adeguate per tempo al fine di accogliere questa nuova e potente tecnologia.